Il primo convegno di Jane Goodall

Jane Goodall

Per celebrare l’8 marzo, vi racconto un aneddoto che spero aiuti a riflettere.
Era il 1962, e la giovanissima Jane Goodall partecipava per la prima volta a un convegno. Si trattava di un simposio sui primati organizzato dalla Zoological Society di Londra.
Ai tempi, i convegni scientifici erano una cosa serissima, e le donne presenti una sparuta minoranza.
Jane era emozionata e aveva preparato l’evento nei minimi dettagli. Aveva ripetuto il suo intervento per ore, e si era presentata con un completo elegantissimo, i capelli raccolti e un elegante cappellino. Aveva attirato l’attenzione di molti presenti.
Nonostante la giovane età Jane, con i suoi studi sugli scimpanzé condotti a Gombe, in Tanzania, aveva già collezionato un numero di ore di osservazione diretta degli animali nel loro ambiente naturale ineguagliato da chiunque. Le scimmie avevano fiducia in lei, l’avevano accettata nel gruppo e le permettevano di osservarle durante la giornata. Nessun altro era riuscito ad ottenere risultati simili fino ad allora.

Solly Zuckerman

Ciononostante il moderatore della conferenza, sir Solly Zuckerman, aveva un atteggiamento ostile nei suoi confronti. Zuckerman era un soggetto imponente, sia per la sua fisicità sia, soprattutto, per la lunga carriera scientifica. Era un anatomista comparato, aveva studiato le scimmie (soprattutto i babbuini) e il loro comportamento, sia in natura sia in cattività. Inoltre era anche un eroe di guerra, quindi alla statura scientifica si sommava un grande rispetto da parte di tutti i suoi interlocutori. Zuckerman temeva che Jane fosse la solita ragazzina entusiasta e priva della minima formazione teorica. E così prese a correggere, contestare e sminuire ogni sua affermazione.
Ma Jane Goodall aveva già fatto grandi scoperte: aveva visto che gli scimpanzé erano in grado di creare e utilizzare strumenti; aveva visto che erano anche carnivori e che si avventuravano regolarmente in battute di caccia; aveva scoperto che i maschi erano promiscui e si accoppiavano con più femmine, ma senza avere harem fissi.
Quest’ultima affermazione strideva con le convinzioni di sir Solly. Eppure Jane quelle osservazioni le aveva fatte sul campo, e le aveva supportate con foto e filmati.
Non solo: quando uno spettatore chiese degli harem a Jane, per due volte Zuckerman rifiutò di girare la domanda alla relatrice, e quando, innervosito, lo spettatore si rivolse direttamente a lei e Jane ovviamente rispose descrivendo quanto aveva osservato, sir Solly osservò stizzito che c’era gente che “preferiva gli aneddoti alle rigorose prove scientifiche”.
Peraltro, quello spettatore era lo zoologo Desmond Morris, che a brevissimo avrebbe ottenuto un grande successo come divulgatore con “La scimmia nuda”, libro tornato in auge in questi giorni in Italia grazie alla citazione di una canzone di Sanremo (sic). Ebbene, Zuckerman, per scusarsi dell’uscita infelice, scrisse poi un bigliettino a Morris per dirgli che aveva capito che voleva solo stimolare il dibattito, ma che temeva che si andasse a finire nelle discussioni antiscientifiche “per colpa della sensualità”.
Insomma, quando per l’8 marzo spuntano i soliti discorsi sulle donne che in realtà possono fare il lavoro che vogliono e ottenere gli stessi risultati degli uomini, potete raccontare questa storia. Così magari si rifletterà un po’ più nel dettaglio sul fatto che sì, le donne possono raggiungere ogni traguardo nella vita, ma che spesso, per farlo, sono costrette a superare qualche ostacolo in più.

Desmond Morris

Imitare, imparare, migliorare: il genio imprevisto di api e bombi

bombus_terrestris_-_tilia_cordata_-_keila-crop

Bombo (Bombus terrestris – Ivar Leidus/Wikimedia commons)

Karl von Frisch fu il primo a rendersene conto: gli insetti, in particolare le api, hanno un’intelligenza vivace, flessibile, adattabile. Questa capacità permette alle esploratrici di utilizzare un linguaggio astratto per comunicare alle loro compagne l’ubicazione del cibo che hanno appena individuato. Dando loro le indicazioni esatte su dove raccoglierlo, le compagne potranno dirigersi direttamente alla fonte di approvvigionamento, riducendo al minimo gli sforzi e gli sprechi di energia. Prima delle scoperte dell’etologo austriaco, pochissimi scienziati ritenevano gli insetti capaci di compiere ragionamenti complessi e distanti dal comportamento puramente istintivo. La danza delle api esploratrici, atta a comunicare l’ubicazione del cibo alle compagne nell’alveare, era però un’azione selezionata da milioni di anni di evoluzione. In definitiva, si trattava comunque di una dimostrazione di intelligenza strettamente legata alle necessità pratiche della colonia e, soprattutto, connessa con le loro attività abituali.

In questi giorni, invece, una ricerca pubblicata su Science ha dimostrato che i bombi (Bombus terrestris), parenti stretti delle api, sono in grado di fare ancora di più: possono apprendere comportamenti ben distanti dalla loro quotidianità. Nello specifico, agli imenotteri è stato insegnato a “fare gol”, ossia spingere dentro ad un buco una piccola pallina di legno per ottenere in cambio una ricompensa di acqua zuccherata. Già questo è un comportamento del tutto inedito tra gli insetti, ma la parte più sorprendente dell’esperimento riguarda proprio la loro fase di apprendimento. Gli autori dello studio, gli scienziati Olli Loukola e Clint Perry della Queen Mary University di Londra, hanno proceduto per fasi: prima hanno fatto scoprire agli insetti che al centro della piattaforma, ogni tanto, poteva apparire del nettare zuccherino; poi hanno fatto vedere che la sua comparsa era direttamente collegata alla caduta della pallina dentro al buco al centro del piano di studio; inizialmente, la pallina veniva spostata tramite un magnete posto sotto alla piattaforma o tramite un bombo di plastica che “insegnava” agli osservatori come ottenere la ricompensa; infine, dopo che alcuni insetti hanno imparato la procedura e hanno iniziato ad utilizzarla, altri bombi hanno osservato e appreso dai loro simili.

Anche il livello di apprendimento degli insetti ha rivelato quanto fossero importanti i metodi di insegnamento: quasi tutti i bombi (il 99%) sono riusciti a realizzare la procedura al primo tentativo dopo aver visto i loro simili effettuarla, circa tre quarti (78%) hanno imparato dopo aver visto in azione il magnete, mentre una percentuale molto più bassa (34 %) ci è riuscita dopo aver visto la pallina già nel buco. E non è tutto: i bombi hanno ottimizzato la procedura, prendendo l’abitudine di scegliere la pallina più vicina al foro per risparmiare fatica. E questo nonostante i ricercatori avessero obbligato alcuni bombi “istruttori” a scegliere la pallina più lontana, incollando le altre alla piattaforma. Gli allievi hanno comunque ottimizzato il lavoro, scegliendo la pallina più vicina al foro che, nel loro caso, non era incollata. Questo ha dimostrato che il problema era stato da loro elaborato e non si trattava di pedissequa imitazione. In un altro studio pubblicato recentemente, si erano viste delle api raccogliere del cibo legato ad un cordino tirandolo fino ad essere in grado di raccoglierlo, ma si trattava, tutto sommato, di un risultato meno sorprendente, dato che agli insetti venivano presentate condizioni che potevano in qualche modo essere incontrate in natura.

Il dover “fare gol” per ottenere una ricompensa, per contro, è qualcosa di assolutamente inedito nel mondo dei bombi e, più in generale, nella classe degli insetti (qui è possibile vedere il video dell’esperimento).

Gli scienziati sono tuttora in cerca delle spiegazioni per questo comportamento. La risposta più credibile è che i bombi, e più in generale questo tipo di insetti, abbia una capacità di elaborare le informazioni e di risolvere i problemi che potrebbe aiutarli in caso di ricerca del cibo e di risposte alle modifiche ambientali, ma quello che è certo è che si tratta di animali molto più intelligenti di quanto siamo abituati a pensare. Nel 2016 un altro studio, pubblicato da Andrew B. Barron e Colin Klein su Proceedings of the National Academy of Sciences, ha scombussolato la nostra tradizionale visione degli insetti, ipotizzando che le api abbiano un certo grado di autoconsapevolezza. Anche se si tratta di pure ipotesi, si tratta comunque di una visione molto innovativa sulle capacità mentali degli insetti. Ora bisognerà riconsiderare gli studi in questo campo, per capire fino a che livello l’intelligenza degli animali a sei zampe si possa spingere. Difficile stabilirlo, finché non sarà ben chiaro che cosa intendiamo per “intelligenza”. Di certo, però, sarà ben difficile mantenere i nostri vecchi pregiudizi su questi animali e sulle loro capacità.

Negazionisti climatici: qualche suggerimento di lettura

cook_et_al-_2016_studies_consensus

“Consensus on Consensus” by Cook et al. (2016) – Percentuale di consenso della comunità scientifica sul riscaldamento globale antropogenico

Visto che in questi ultimi tempi è tornato in auge il tema del riscaldamento globale, per vari motivi (politici e non solo), pochi giorni fa ho deciso di scrivere un articolo con una breve raccolta di dati sul tema in questione per far capire ai più scettici che no, non si tratta di una bufala o di un’esagerazione di qualche catastrofista. Poi, però, ho realizzato che si potevano già trovare eccellenti articoli sull’argomento, più esaustivi e completi di quanto avrei potuto scrivere io in poche righe. Così ho deciso di condividere con voi un po’ di segnalibri, di letture che mi sento di consigliarvi su questa tematica, per aiutarvi a dissipare qualunque eventuale dubbio vi fosse ancora rimasto. Si parla di cause ed effetti, di responsabilità umane e anche di negazionisti climatici. Buona lettura.

Paolo Mieli e il riscaldamento globale – Valigia Blu

What’s really warming the world? – Bloomberg

I negazionisti climatici hanno perso. Ma la guerra non è ancora vinta – La Stampa

Le bufale sul clima – CICAP

Scientific consensus: Earth’s climate is warming – Nasa

L’infortunio de “La Lettura” – Climalteranti.it

Le 5 caratteristiche del negazionismo climatico – Wired

Sette bufale sul riscaldamento globale – Focus

300 “scienziati” contro il riscaldamento globale – Focus

Gli scettici, la scienza e il riscaldamento globale – Queryonline

È certo, il clima è surriscaldato